L’Impoverimento del Linguaggio e la Decadenza del Quoziente Intellettivo: Una Sfida Contro la Semplificazione Mentale

Negli ultimi vent’anni, siamo testimoni di un fenomeno preoccupante: il rapido declino del quoziente intellettivo generale. Secondo le analisi di Cristophe Clavé, questo declino è in parte attribuibile all’impoverimento del linguaggio, tesi supportata anche dal Professore Galimberti nel video che accompagna questa riflessione.

Clavé, nel suo testo pubblicato da Italia Oggi qualche anno fa (leggibile qui: https://www.ponzaracconta.it/2024/07/09/limpoverimento-del-linguaggio-e-il-quoziente-di-intelligenza/), e Umberto Galimberti mettono in luce una correlazione tra la diminuzione della conoscenza delle parole e la progressiva incapacità di esercitare il pensiero complesso. Studi accurati rivelano che la perdita di precisione nei tempi verbali e la semplificazione del linguaggio conducono a una mentalità limitata al presente, con una drastica riduzione della capacità di esprimere emozioni e pensieri profondi.

Questa decadenza non influisce solo sulla sfera individuale, ma potrebbe anche alimentare un aumento della violenza sia nella sfera pubblica che in quella privata. Clavé collega il fenomeno all’approccio storico dei regimi totalitari, che limitavano deliberatamente il linguaggio per sopprimere il pensiero critico e il confronto.

La semplificazione della lingua ha un’unica e grave conseguenza: l’impoverimento della mente umana. Al contrario, dovremmo stimolare e arricchire la nostra mente attraverso l’esplorazione di nuove parole e concetti. Ognuno di noi può contribuire a invertire questa tendenza, impegnandosi nella scrittura, nell’approfondimento e nello studio.

È un tentativo significativo, anche se non sempre agevole. Più facile raccogliere critiche che applausi, ma è attraverso questo sforzo che si può sperare di percorrere la strada più opportuna in questa fase storica. La sfida di resistere alla semplificazione mentale è un dovere collettivo, un’opportunità di preservare e arricchire il tessuto intellettuale della nostra società. In un’epoca in cui la chiarezza linguistica sembra in declino, dobbiamo ribellarci, riscoprire la bellezza della complessità e abbracciare il potere trasformativo delle parole.