
Un periodo lungo quello che stiamo attraversando, anzi lunghissimo, che certamente parte molto tempo prima della fase più difficile, cominciata circa tre anni fa.
Nessuna visione complottista del momento storico da parte del sottoscritto e nemmeno la convinzione di avere individuato chiavi di lettura esclusive, capaci di svelare la verità al mondo, figuriamoci.
Nello stesso tempo è impossibile non provare a dare una forma al momento e soprattutto non è nelle mie possibilità vivere, respirare, camminare per le strade facendo finta di vivere una realtà che, nei fatti, non esiste più.
Mi pare evidente che siamo nel bel mezzo di una fase storica unica e, per certi versi, straordinaria, che, mai come prima (almeno nel dopoguerra), pone l’individuo di fronte a una scelta importante e in qualche modo dirompente, poiché lo costringe a svelarsi per ciò che è realmente, imponendo, in questo momento, di mettere a nudo le proprie particolarità, i propri pregi e i propri difetti, la propria integrità e soprattutto la capacità di fare valere l’individuo ad ogni costo, anche se ciò comporta la perdita di posizione ed eventuali privilegi acquisiti nella società.
Mi rifaccio, per dare un’immagine del ragionamento che sto proponendo, a descrizioni dell’essere umano che possono richiamare periodi storici differenti, ormai andati, volatilizzati nel tempo. Ma pur sempre attuali, capaci di disegnare al meglio la particolarità degli individui.
Divido le persone tra eretici e cortigiani, lo faccio senza volontà dispregiativa verso qualcuno, semmai posso essere condizionato dal mio modo di vedere e interpretare le cose che accadono.
Gli eretici sono quelli che rappresentano un’opposizione radicale alle convenzioni sociali dominanti, spingendo per il cambiamento e la riforma delle istituzioni esistenti. Essi possono essere influenzati da ideologie politiche o religiose alternative, o semplicemente da una visione divergente della società. La loro voce critica mette in discussione la legittimità delle pratiche e delle strutture di potere consolidate, cercando di aprire nuove strade e rompere con il passato.
Oggi gli eretici, sono quelli che impongono a se stessi la coerenza con le proprie idee e la pretesa del rispetto dei principi che dovrebbero regolare la società.
Dall’altra parte, i cortigiani rappresentano coloro che difendono il sistema esistente e le sue tradizioni. Questi individui sono spesso legati da interessi comuni, come l’appartenenza a famiglie nobili o l’affiliazione a cerchie di potere, ma anche semplici cittadini che credono fermamente all’impossibilità di proporre un modo diverso da quello indicato per vivere l’esistenza. I cortigiani si sforzano di preservare lo status quo e di mantenere la stabilità sociale ad ogni costo, opponendosi con forza alle idee e alle azioni degli eretici. Essi vedono gli eretici come una minaccia all’ordine sociale e preferiscono sopprimerne l’influenza e metterne in discussione ad ogni costo le argomentazioni.
Nel presente il cortigiano, ritiene più corretto assecondare fermamente le imposizioni di chi detiene il potere, la gestione della cosa pubblica e la responsabilità di scrivere le regole, a prescindere dal fatto che, per proseguire nella loro azione, questi vadano a ledere i principi che dovrebbero regolare le persone all’interno di una comunità democratica.
Una fase storica, quella attuale, dove le persone, eretici e cortigiani nella mia raffigurazione, si contrappongono, palesando le proprie convinzioni anche con una certa brutalità. Si può descrivere, quello corrente, come un periodo esteso e complesso, caratterizzato da numerosi, diversi, conflitti.
Mi riconosco di più tra gli eretici, tra coloro che emergono come figure che provano a mettere in discussione le convenzioni sociali e le norme stabilite dalla società, sempre in modo civile e propositivo ovviamente. Fatico a comprendere i tanti, li inquadro in qualche modo tra i cortigiani, che invece si erigono a difensori del sistema esistente e delle sue pratiche consolidate ad ogni costo e a prescindere.
E’ evidente che questa separazione crea un divario significativo tra le due realtà, alimentando tensioni e suscitando un clima di ostilità reciproca che però io vorrei tanto si riuscisse a soffocare, almeno svilire…svelenire, meglio!
La separazione tra eretici e cortigiani sta creando un clima di tensione e conflitto crescente. Gli eretici, desiderosi di diffondere le loro idee e promuovere il cambiamento, subiscono, va detto, limitazioni della propria libertà e una sorta di discriminazione che non cessa di crescere nel periodo. Tuttavia, alcune tesi degli eretici possono trovare sostegno tra le persone comuni, che vedono in loro una speranza di trasformazione sociale. Questo potrebbe generare ancora un ciclo di protesta da una parte e repressione dall’altra, arrivando a scontri aperti o subdoli che non vanno esclusi dalle possibilità ma andrebbero assolutamente evitati, poiché potrebbero ulteriormente caratterizzare un periodo già tanto complesso.
In conclusione, credo davvero che stiamo vivendo una fase storica in cui prende corpo una forte divisione tra chi diverge dalle opinioni e dalle ideologie comuni o da quelle accettate dalla comunità di cui fa parte, e le persone di animo apparentemente più servile, che sono invece portate a assecondare ogni imposizione o regola per mantenere, in qualche modo, stabile lo stato delle cose, arrivando perfino all’adulazione opportunistica.
Prendere coscienza del momento e magari provare a porsi come figure di mezzo, capaci di spendersi in ogni modo affinché nasca un dialogo tra le parti e, soprattutto, che le persone tornino ad ascoltare con rispetto e senza preconcetti il pensiero altrui, potrebbe portarci ad uscire da questa fase più forti, con uno spessore morale maggiore e con quell’integrità smarrita tanto utile a rimanere dalla parte giusta della storia.
Il tempo non fa sconti e la storia non mente; quello che leggeranno o apprenderanno i figli dei nostri figli sarà ciò che penseranno di noi e sapranno dei tempi che stiamo vivendo. Noi non saremo più qui per provare a giustificare i nostri errori con le più banali scuse, ricordiamocelo.