
Da qualche tempo mi capita sempre più spesso di riflettere (o parlarne con altri) su un tema che considero delicato: i legami profondi tra le persone. Mi riferisco in particolare a quei rapporti che si sono sviluppati e consolidati nel tempo, spesso nell’arco di intere esistenze, e che vengono comunemente considerati espressione di autentica amicizia. Qualche volta mi sono chiesto se davvero sia così. Negli ultimi anni ho trovato risposte che trovo assolutamente coerenti, logiche, corrette.
Certamente questo è un terreno complesso, perché tocca corde intime e può facilmente generare fraintendimenti. Non è semplice provare a esprimere e condividere certi pensieri, esiste il rischio reale che qualcuno possa sentirsi chiamato in causa. Ma credo che, con onestà e rispetto, sia possibile fare chiarezza, almeno su quelle che sono le mie considerazioni al riguardo. Lo sento quasi necessario, non solo per dare ordine a una riflessione che ha preso corpo dentro di me.
Sto attraversando una fase della vita in cui i ritmi sono cambiati. Sentirsi giovani non basta, ormai barba e capelli sono più bianchi che grigi, cambiano tante dinamiche, non c’è più la frenesia dei vent’anni, quella che spingeva la corsa cieca nel timore, spesso irrazionale, di perdere qualcosa di prezioso, magari irripetibile. Oggi il mio sguardo è più quieto e il mio tempo ha acquisito un valore diverso. Do più importanza alla qualità delle relazioni, alla profondità dei dialoghi, alla sincerità degli scambi. È da questo cambiamento di approccio con le cose che attraversano la mia esistenza che ho cominciato a cercare in profondità ciò che differenzia un’amicizia autentica da un legame fraterno costruito nel tempo.
Oggi credo di saper distinguere con maggiore chiarezza le sfumature di queste relazioni. L’amicizia vera, quella coerente con il senso più pieno e profondo del termine, è per me un legame raro, prezioso, irrinunciabile. È qualcosa che nasce da un riconoscersi profondo tra due persone. Una naturale affinità, una cura reciproca è una forma di amore che non ha bisogno di essere spiegato. L’amico vero sente il tuo stato d’animo anche a distanza, si preoccupa per te, si muove quando tu non riesci a farlo. È un legame viscerale, emotivo, che ha qualcosa di spirituale. Come nell’amore, si è sintonizzati sulla stessa frequenza, si cresce insieme, si condivide la vita anche nel dolore.
Accanto a questa forma d’amicizia, esiste un altro tipo di legame che spesso viene scambiato per la stessa cosa, ma che per me, pur essendo forte, è fondamentalmente diverso: quello che io chiamo “amicizia fraterna”. Si tratta di rapporti di lunga data, spesso costruiti su una consuetudine quotidiana, su passioni condivise, su esperienze vissute insieme per caso o per destino: scuola, lavoro, quartiere, sport, gioventù. Si ride, si scherza, ci si ritrova con piacere, ci si conosce profondamente, ma non sempre c’è quel sentimento profondo, quella responsabilità affettiva, che caratterizza l’amicizia autentica.
In queste relazioni, spesso manca quella spinta interiore che porta ad agire quando l’altro soffre, quella premura silenziosa che spinge a farsi vivi anche senza motivo, quel rispetto profondo che non permetterebbe mai di parlare male dell’amico in sua assenza. Sono rapporti reali, sinceri, a volte solidi come quelli tra fratelli, ma non per questo necessariamente intimi o amorevoli. E infatti, anche tra fratelli di sangue, non sempre c’è amicizia vera. A volte il legame è solo anagrafico, o formale.
Per questo, nel mio percorso (anche doloroso) sono pian piano riuscito a collocare le cose al loro posto, a non sovrapporre l’amicizia alla fratellanza. Ho imparato ad accettare che l’amicizia profonda non nasce dalla quantità di tempo condiviso, ma dalla qualità del sentimento che si nutre per l’altro. Si può essere amici da una vita senza essere mai stati davvero amici. E si può conoscere qualcuno da poco e sentirlo subito vicino come se ci fosse sempre stato. Non sono regole o convinzioni imprescindibili, sono però cose su cui ho lavorato molto e che nel tempo sono riuscito a comprendere e metabolizzare.
Concludendo, posso affermare che dalla mia prospettiva l’amicizia, quella vera, sia davvero una forma di amore, mentre l’amicizia fraterna, pur essendo un legame solido e profondo, resta qualcosa di diverso. Entrambe possono avere un valore importante nella nostra esistenza, spesso è così, ma confonderle può portarci fuori strada, o addirittura farci perdere di vista ciò che davvero conta nelle relazioni umane: le scelte consapevoli, la coerenza nei confronti di se stessi e degli altri, un rapporto sereno e obiettivo con le aspettative proprie e del prossimo.